Al termine di questo sproloquio, mi cingo la spada al fianco e, per evitare che la debolezza fisica comprometta l’esito della missione, mi rimetto in forze con una bella abbuffata. Poi mi precipito fuori e, come un pazzo, comincio a camminare su e giù sotto i portici. Ma mentre son lì invasato a sognare stragi […]
Non avevamo dietro nemmeno una torcia che ci illuminasse la via, né il silenzio della notte ormai a metà del suo corso ci faceva sperare nel lume di qualche passante. A tutto questo si aggiungeva il fatto che eravamo ubriachi e non conoscevamo quella zona, dove sarebbe stato difficile districarsi anche in pieno giorno. Così, […]
«Ad ogni modo, come gli dèi han voluto, in quella casa divenni io il padrone, e il mio signore faceva tutto di testa mia. Che altro dovrei dirvi? Mi nominò erede unico insieme all’imperatore, lasciandomi un patrimonio da senatore. Ma nessuno ne ha mai abbastanza, e così mi buttai nel commercio. Per non farvela troppo […]
Che cosa potevamo fare, noi poveri diavoli, chiusi in quel labirinto di nuovo genere, se non vedere un bagno caldo come l’unica via d’uscita? Così siamo noi a chiedere al portinaio di accompagnarci e, dopo esserci tolti i vestiti che Gitone mette ad asciugare sulla soglia, entriamo nella sala da bagno che guarda caso era […]
Non avevo ancora finito di parlare, che Trimalcione riattacca: «Possano tutte le mie ricchezze, e non la pancia, smettere di crescere, se non è vero che per fare tutte queste cose il mio cuoco ha usato solo carne di porco! Bravi come lui non ce ne sono. Se solo lo volete, quello è capace che […]
«Ma dimmi un po’, Gaio, te ne prego, com’è che Fortunata non è della partita?». «Come? Non lo sai» gli risponde Trimalcione «che quella, finché non ha rimesso a posto tutta l’argenteria e distribuito gli avanzi ai servi, non butta giù nemmeno una goccia d’acqua?». «Va bene» incalza Abinna, «ma se lei non si fa […]
Noi rimaniamo senza fiato come se fossimo convinti e, baciando la tavola, imploriamo le creature della notte di restare nelle loro dimore, quando di lì a poco ce ne saremmo tornati dalla cena. A dir la verità io iniziavo a vedere le lampade doppie e mi sembrava che tutta la sala fosse mutata, quando Trimalcione […]
E dopo che tutti si sono scambiati l’augurio di stare bene nell’anima e nel corpo, Trimalcione si gira verso Nicerote e gli fa: «Certo che una volta tu a tavola eri ben più allegro: non capisco perché ora te ne stai lì zitto e non fiati. Ma ti prego, se vuoi farmi contento, raccontami l’avventura […]
Finita questa filippica, Gitone, che se ne stava accucciato ai miei piedi, scoppiò anche lui in una risata sguaiata dopo essersi a lungo trattenuto. Non appena l’avversario di Ascilto se ne accorse, attaccò a prendersela col ragazzo e lo assalì con queste parole: «E tu? Adesso ti metti a ridere anche tu, pezzo di cipolla […]
Approviamo il nobile gesto e ci perdiamo nelle più svariate ciance sull’incertezza delle vicende umane. «Bisogna evitare che questo episodio» interrompe Trimalcione «si esaurisca senza che resti qualcosa di scritto». Si fa subito portare il necessario per scrivere e, senza spremersi granché le meningi, ci recita questi versi: «Quanto meno ti aspetti, accade all’improvviso. Domina […]