Apr 082024
 

—   Sire, un cittadino di questa città mi fece l’onore, or son due giorni, d’invitarmi ad un banchetto, che dava ai suoi amici. Vi andai presto, e vi trovai circa venti persone, le quali aspettavano il padrone di casa che era uscito per qualche affare.

Bentosto lo vedemmo arrivare accompagnato da un giovane forestiere, molto ben fatto, ma zoppo.

Ci alzammo tutti per far onore al padrone di casa, e pregammo il giovane di sedersi accanto a noi.

Egli stava per farlo, quando vedendo un barbiere che era della nostra compagnia, si ritirò indietro con isdegno, e voleva uscire.

Il padrone di casa, sorpreso dalla sua azione, lo fermò:

—   Dove andate? — gli disse.

—   Signore — rispose il giovine — in nome di Maometto vi supplico di non trattenermi poiché non posso veder senza orrore questo abbominevole barbiere, il quale ha l’anima ancor più nera e più orrida della faccia. Oggi stesso voglio allontanarmi dalla vostra città, e andarmi a nascondere, se mi è dato, in luoghi ove egli non possa più venire a presentarsi a’ miei occhi.

Ciò detto, voleva abbandonarci: ma il padrone di casa lo trattenne di nuovo, supplicandolo di fermarsi con noi, e di narrarci la cagione dell’odio che nutriva contro il barbiere, il quale in tutto quel tempo teneva gli occhi fissi in terra e stava zitto.

Finalmente il giovine, cedendo alle nostre istanze, si assise, voltò la schiena al barbiere, e parlò così:

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