Nov 142016
 

EUGÉNIE: Angelo mio, come mi persuadi! come trionfi sui miei pregiudizi! come distruggi tutti i falsi principii inculcatimi da mia madre! Ah, vorrei sposarmi domani stesso per mettere subito in pratica le tue massime! Come sono seducenti e vere, e come mi piacciono! Una sola cosa di quanto m’hai detto, amica mia, mi preoccupa, e siccome non la capisco, ti prego di spiegarmela. Tu dici che tuo marito, nel vivo del piacere, fa in modo di non aver figli. Dimmi, ti prego, cosa ti fa?

SAINT-ANGE: Quando ci siamo sposati, mio marito era già vecchio. Fin dalla prima notte m’informò delle sue fantasie, assicurandomi che peraltro lui non avrebbe mai intralciato le mie. Giurai di obbedirgli, e da allora siamo sempre vissuti entrambi nella più deliziosa libertà. A mio marito piace farselo succhiare, contemporaneamente a un’altra cosa assai singolare: mentre gli pompo con ardore lo sperma dai coglioni, stando china su di lui, colle natiche sul suo viso, vuole pure che gli cachi in bocca… E inghiotte!…

EUGÉNIE: Ma è proprio una fantasia straordinaria!

DOLMANCÉ: Nessuna può esser qualificata in questo modo; sono tutte frutto di natura. Essa, quando ha creato gli uomini, si è divertita a differenziarne i gusti come i loro corpi e non dobbiamo meravigliarci: come siamo diversi nell’aspetto, così lo siamo nei sentimenti. La fantasia di cui vi ha parlato or ora la vostra amica non potrebbe essere più naturale; moltissimi uomini, e specialmente quelli di una certa età, ci si dedicano con fervore; Eugénie, se qualcuno l’esigesse da voi, rifiutereste?

EUGÉNIE (arrossendo): Dopo le massime che mi sono state inculcate qui, potrei mai rifiutare qualcosa? Chiedo soltanto di scusare la mia sorpresa; è la prima volta che sento parlare di tutte queste lubricità: dovrò pure rendermi ben conto! Ma i miei istitutori stiano tranquilli: dalla risoluzione del problema all’esecuzione del procedimento non ci correrebbe altro che quel lasso di tempo da loro stessi preteso! In ogni caso, mia cara, tu hai ottenuto la tua libertà accondiscendendo a questo tuo diletto?

SAINT-ANGE: Completamente, Eugénie. Per conto mio ho fatto tutto quello che ho voluto, senza che lui mi abbia mai ostacolata ma non ho mai avuto amanti; mi attirava troppo il piacere per farlo. Guai alla donna che s’innamora! anche un solo amante può rovinarla, mentre dieci avventure libertine, anche ripetute ogni giorno, se una vuole, svaniranno nel silenzio della notte non appena vissute. Io ero ricca; pagavo dei giovani che mi fottevano senza neanche conoscermi; mi circondavo di bellissimi domestici, sicuri di godere con me dei più dolci piaceri se fossero stati discreti, certi peraltro di essere scacciati se si fossero lasciati sfuggire una parola. Angelo mio, tu non hai idea del fiume di piaceri nel quale mi sono immersa in questo modo. E questa è la condotta che prescriverò sempre a tutte le donne che vorranno imitarmi. Sono sposata da dodici anni e sono andata a letto con più di dieci o dodicimila individui forse… eppure in società mi ritengono virtuosa! Un’altra avrebbe avuto degli amanti, e al secondo già sarebbe stata rovinata.

EUGÉNIE: Questa è la massima più sicura, e decisamente sarà anche la mia: come te, devo anch’io sposare un uomo ricco e soprattutto con certe fantasie… Ma, mia cara, tuo marito, legato com’è strettamente ai suoi gusti, non ha mai preteso altro da te?

SAINT-ANGE: Mai, da dodici anni non si è smentito un solo giorno, tranne quando ho le mestruazioni. In certi frangenti una graziosissima fanciulla che lui stesso ha voluto che prendessi con me, assume il mio posto e tutto fila per il meglio.

EUGÉNIE: Ma non si limiterà certo a questo; concorrono altri oggetti a variare i suoi piaceri?

DOLMANCÉ: Non dubitate, Eugénie; il marito della signora è uno dei più grandi libertini del secolo; spende più di centomila scudi l’anno per quei gusti osceni che la vostra amica vi ha illustrato poco fa.

SAINT-ANGE: A esser sincera, l’ho sempre sospettato; ma cosa m’importa dei suoi stravizi, dal momento che la loro molteplicità autorizza e ricopre i miei?

EUGÉNIE: Ti scongiuro, seguitiamo il dettaglio dei modi con cui una giovane donna, sposata o meno, può premunirsi per non restare incinta, perché ti assicuro che è un timore che mi sgomenta molto sia con il mio futuro sposo, sia nella strada del libertinaggio; me ne hai indicata una parlandomi dei gusti di tuo marito, ma questo modo di godere, forse assai gradevole per l’uomo, non mi sembra sia altrettanto per una donna, perciò desidero che tu mi trattenga sui metodi da usare per godere e che siano esenti dai rischi di cui ho timore.

SAINT-ANGE: Una donna non corre mai il pericolo di far figli finché non se lo lascia mettere nella vulva. Deve evitare assolutamente questo modo di godere; in alternativa lei offra indistintamente la mano, la bocca, le mammelle o il buco del culo. Per quest’ultima via, lei godrà molto e in modo migliore che altrove; negli altri modi lei farà in pratica godere gli altri.

Cominciamo dal primo metodo, cioè quello della mano, che poi hai visto fino a ora, Eugénie; il membro del tuo amico va agitato come se lo si pompasse: dopo un po’ di scosse, schizza fuori lo sperma. Nel frattempo l’uomo ti viene baciando e bagna con quel liquido la parte del tuo corpo che gli piace di più. In mezzo al seno? In questo caso ci si distende sul letto, piazzando il membro tra le mammelle; tu lo comprimi, e dopo qualche scossa l’uomo sborra inondandoti il seno e a volte il viso. È il metodo meno piacevole di tutti, e conviene più che altro a quelle donne che a forza di usare il petto per questo scopo, hanno mammelle piuttosto flessibili per serrare il membro dell’uomo standogli sopra. Il godimento con la bocca è certamente più piacevole, sia per l’uomo che per la donna. Il metodo migliore per godere è che la donna si distenda in senso contrario sul corpo del suo fottitore: lui ti mette la verga in bocca, e stando con la testa tra le tue cosce, ti restituisce il servizio introducendo la lingua nella vulva o sul clitoride. Quando si usa questa posizione, bisogna avvinghiarsi, impugnando le natiche, e leccarsi reciprocamente il buco del culo, particolare sempre necessario per raggiungere il piacere più completo. Gli amanti appassionati e pieni d’immaginazione inghiottono anche lo sperma che cola nelle loro bocche e così godono deliziosamente del piacere voluttuoso di far scambievolmente passare nei propri intestini questo liquido prezioso, maleficamente sottratto al suo normale scopo.

DOLMANCÉ: Eugénie, questo metodo è delizioso; ve ne raccomando l’applicazione. È veramente affascinante far perdere così i diritti di riproduzione e ostacolare in tal modo quelle che i folli chiamano leggi di natura. Anche le cosce e le ascelle possono essere utili a volte all’uomo offrendo al suo membro anfratti ove il seme possa perdersi senza il rischio di far restare incinta la donna.

SAINT-ANGE: Alcune donne s’introducono nell’interno della vagina delle spugne, che, assorbendo lo sperma, gli impediscono di lanciarsi nel vaso dove si riprodurrebbe. Altre obbligano i loro fottitori a servirsi di un piccolo sacchetto di pelle di Venezia, volgarmente chiamato preservativo, nel quale il seme cola senza il rischio che raggiunga l’obiettivo. Ma tra tutti i metodi, quello del culo è senza dubbio il più delizioso. Dolmancé, parlatene voi. Chi meglio di voi può illustrare un piacere al quale vi concedereste tutti i giorni per difenderlo, se ce ne fosse bisogno?

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