Dic 052016
 

SAINT-ANGE (saltandogli al collo): Uomo divino!… vi adoro!… Quanto spirito e coraggio bisogna possedere per aver gustato come voi, tutti i piaceri! Solo all’uomo geniale è riservato l’onore di rompere tutti i freni dell’ignoranza e della stupidità! Baciatemi, siete affascinante!

DOLMANCÉ: Siate sincera, Eugénie; avete mai augurato la morte a qualcuno?

EUGÉNIE: Oh, sì! e ogni giorno ho davanti agli occhi un’abominevole creatura che da tanto tempo vorrei vedere nella tomba!

SAINT-ANGE: Scommetto che indovino.

EUGÉNIE: Chi pensi che sia?

SAINT-ANGE: Tua madre.

EUGÉNIE: Oh, lascia che nasconda il mio rossore nel tuo seno!

DOLMANCÉ: Voluttuosa creatura! voglio anch’io riempirti di carezze come premio della tua forza d’animo e della tua mente deliziosa. (Dolmancé la bacia su tutto il corpo, e le dà delle leggere pacche sulle natiche; la sua verga si erge; Madame de Saint-Ange gliela impugna e la scuote. Dolmancé, ogni tanto porta le sue mani anche sul sedere della Saint-Ange, che gli si offre tutta presa dalla lussuria; poi ritornato un po’ in sé, continua:) Ma perché non mettiamo in pratica questa vostra idea sublime?

SAINT-ANGE: Eugénie, io detesto mia madre quanto tu odi la tua, e non ho esitato.

EUGÉNIE: Mi sono mancati i mezzi.

SAINT-ANGE: Diciamo il coraggio.

EUGÉNIE: Ahimè! è ancora così giovane!

DOLMANCÉ: Ma, a questo punto, Eugénie, cosa fareste?

EUGÉNIE: Qualsiasi cosa… Mi si diano i mezzi e si vedrà!

DOLMANCÉ: Li avrete, Eugénie, ve lo prometto; ma a una condizione.

EUGÉNIE: Quale? o piuttosto quale che io non sia pronta ad accettare?

DOLMANCÉ: Vieni, scellerata, vieni tra le mie braccia: non ce la faccio più. Ormai il tuo meraviglioso sedere deve essere il premio del dono promesso! Un crimine paghi l’altro! Vieni!… o piuttosto accorrete ambedue a estinguere con fiotti di sperma il fuoco divino che c’infiamma!

SAINT-ANGE: Per cortesia, un po’ d’ordine in queste orge; ne occorre anche nel delirio e nell’infamia.

DOLMANCÉ: Nulla di più semplice: la cosa principale, mi sembra, è che io sborri, dando a questa meravigliosa fanciulla maggior piacere possibile. Le metterò la verga nel culo e voi, mentre starà curva tra le vostre braccia, la masturberete nel modo migliore; dalla posizione in cui vi metterò, lei potrà restituirvi il piacere: vi bacerete l’una con l’altra. Dopo aver inculato un po’ questa fanciulla, cambieremo posizione. Inculerò voi, signora; Eugénie, stando sopra a voi che avrete la testa fra le sue gambe, m’offrirà da succhiare il suo clitoride: così la farò sborrare una seconda volta. In seguito rientrerò nel suo ano; voi mi presenterete il vostro culo al posto della vulva che mi offriva lei, cioè prenderete la sua testa fra le vostre gambe, così come avrà fatto lei in precedenza; vi succhierò il buco del culo, come avrò succhiato prima la sua vulva, così voi sborrerete e io farò altrettanto, mentre la mia mano, abbracciando il grazioso corpicino di questa meravigliosa novizia, le stuzzicherà il clitoride in modo che se ne venga anche lei.

SAINT-ANGE: Bene, mio caro Dolmancé, ma vi mancherà qualcosa.

DOLMANCÉ: Una verga nel culo? Avete ragione, signora.

SAINT-ANGE: Per stamane passi; ne avremo una questa sera. Mio fratello verrà a darci una mano, e i nostri piaceri saranno completi. Mettiamoci all’opera!

DOLMANCÉ: Vorrei che Eugénie mi masturbasse un momento. (Lei lo fa.) Sì, così… un po’ più in fretta, tesoro… e tenete sempre ben allo scoperto questa punta vermiglia, non la coprite mai… più fate tendere il filetto, meglio determinate l’erezione… Non bisogna mai rincappucciare la verga che è in erezione… Bene!… così voi state preparando lo stato del membro che vi trapasserà… Vedete come s’indurisce?… A me la vostra lingua, puttanella!… E posate le natiche sulla mia mano destra, mentre con la sinistra vi stuzzico il clitoride.

SAINT-ANGE: Eugénie, vuoi farlo godere immensamente?

EUGÉNIE: Certo… voglio fare tutto per procurargli il piacere!

SAINT-ANGE: E allora mettiti la sua verga in bocca e succhiagliela un po’!

EUGÉNIE (facendolo): Così?

DOLMANCÉ: Che bocca deliziosa! che calore!… Per me vale quanto il più splendido dei culi!… Donne voluttuose e ingegnose, non rifiutate mai questo piacere ai vostri amanti: diventeranno vostri schiavi per l’eternità… Sacriddio!… Cazzo, perdio!…

SAINT-ANGE: Come bestemmi, caro mio!

DOLMANCÉ: Datemi il vostro culo, signora… Sì, datemelo, fatemelo baciare mentre lei mi succhia la verga e non meravigliatevi delle mie bestemmie: uno dei più grandi piaceri è proprio quello di bestemmiare Dio quando è dura. Mi pare che il mio spirito, allora eccezionalmente esaltato, aborrisca e disprezzi molto di più questa disgustante chimera; vorrei trovare un mezzo o per inveire meglio o per oltraggiarlo di più; e quando i miei dannati pensieri mi portano alla convinzione della nullità di questo disgustante oggetto del mio odio, m’irrito e vorrei subito ricrearmi qual fantasma affinché la mia rabbia s’indirizzasse almeno verso qualcosa. Imitatemi, donna affascinante, e vedrete come certi discorsi daranno infallibilmente più palpito ai vostri sensi. Ma, Dio Cristo!… a questo punto, nonostante il piacere che provo, devo assolutamente ritirarmi da questa bocca divina… altrimenti ci lascio dentro il mio sperma!… Su, Eugénie, assumete la posizione di cui ho detto prima; eseguiamola, e tuffiamoci tutti e tre nell’ebrezza più voluttuosa. (Si mettono in posizione.)

EUGÉNIE: Temo che i vostri sforzi non approderanno a nulla, mio caro! È sproporzionato!

DOLMANCÉ: Sodomizzo molti giovani tutti i giorni; proprio ieri, un bambino di soli sette anni è stato sverginato da questa verga in meno di tre minuti… Coraggio, Eugénie, coraggio!…

EUGÉNIE: Ma voi mi squarciate!

SAINT-ANGE: Lasciate stare, Dolmancé; pensate che di lei rispondo io!

DOLMANCÉ: Masturbatela bene, signora, sentirà meno dolore; per il resto, è bello e fatto: eccomi dentro fino ai peli!

EUGÉNIE: Oh, cielo! ma con questa pena per me… Caro amico, vedi il sudore che copre la mia fronte… Oh, Dio! non ho mai sofferto tanto!…

SAINT-ANGE: Mia cara, sei sverginata a metà, ormai sei una donna vera e propria! Si può pure sopportare un po’ di pena per raggiungere questa gloria, no? le mie dita non ti calmano un po’?

EUGÉNIE: E come farei a resistere senza di loro?… Masturbami, angelo mio… Sento che a poco a poco il dolore si muta in piacere… Spingete!… spingete!… Dolmancé… mi sento morire!…

DOLMANCÉ: Cazzo! Sacra trinità di dio! cambiamo, non resisto… Il vostro sedere, signora, ve ne scongiuro! piazzatevi subito come vi ho detto! (Si mettono in posizione e Dolmancé continua.) Soffro di meno qui… Come penetra la mia verga!… Ma non per questo il vostro bel culo, signora, è meno delizioso!

EUGÉNIE: Sto bene così, Dolmancé?

DOLMANCÉ: Meravigliosamente! Questa piccola vulva vergine si offre a me deliziosamente. Sono colpevole, sono uno scellerato, lo so; certe attrazioni fisiche non mi si addicono. Ma il desiderio di dare a questa fanciulla le prime lezioni di voluttà supera qualsiasi altra considerazione. Voglio far colare il suo sperma… voglio proprio sfiancarla, se è possibile… (La lecca.)

EUGÉNIE: Ah, mi fate morire di piacere, non ce la faccio a resistere!…

SAINT-ANGE: Me ne vengo… Fotti… fotti… Dolmancé, sborro!

EUGÉNIE: Anch’io, mia cara… Ah, Dio mio, come mi succhia!…

SAINT-ANGE: E allora bestemmia, puttanella!… Bestemmia allora!…

EUGÉNIE: Ebbene! Sacriddio, sborro!… che dolce ebbrezza!…

DOLMANCÉ: Cambiate posizione!… cambiate posizione, Eugénie!… io sarò la vittima di tutti questi cambiamenti di mano. (Eugénie si rimette in posizione.) Ah, bene! rieccomi nel buco di prima… E voi, signora, fatemi vedere bene il buco del vostro culo, perché possa leccarlo a mio piacimento… Come mi piace baciare un culo dopo averlo fottuto!… Ah, fatemelo leccare bene, mentre sto per lanciare il mio sperma nel fondo di quello della vostra amica… Ci credereste, signora? questa volta è entrato senza che lei abbia sentito dolore!… Cazzo! cazzo! non potete immaginare come lo tiene stretto, come lo comprime!… Sacriddio, come godo!… Ah, me ne vengo, non ce la faccio più… il mio sperma cola… e mi sento morire!…

EUGÉNIE: Mia cara amica, ti giuro che mi fa morire così…

SAINT-ANGE: Sentitela la puttana! Come si abituerà presto!

DOLMANCÉ: Conosco numerose fanciulle della sua età che per nulla al mondo vorrebbero godere in maniera diversa; è doloroso solo la prima volta, ma dopo… non c’è donna che, avendolo provato, voglia fare altro… Oh, cielo! sono sfinito; lasciatemi riprender fiato qualche istante.

SAINT-ANGE: Ecco come sono gli uomini, mia cara; ci guardano appena, quando hanno appagato i loro desideri! Questa prostrazione li porta al disgusto, e il disgusto ben presto al disprezzo.

DOLMANCÉ (freddamente): Bellezza divina, che ingiuria! (Le abbraccia entrambe.) Siete fatte ambedue per essere corteggiate, qualunque sia lo stato in cui uno si trovi!

SAINT-ANGE: Del resto, consolati, Eugénie; se essi acquistano il diritto di trascurarci, dal momento che sono soddisfatti, non abbiamo anche noi il diritto di disprezzarli, quando il loro modo d’agire ci costringe a farlo? Se Tiberio sacrificava a Capri gli oggetti che erano serviti alle sue passioni213, allo stesso modo Zingua, regina africana, immolava i suoi amanti214.

DOLMANCÉ: Certi eccessi, veramente banali e conosciutissimi da parte mia, non devono comunque essere messi in pratica tra di noi: «I lupi non si sbranano mai tra di loro», dice il proverbio e, per quanto sia volgare, è giusto. Non temiate mai nulla da me, amiche mie; forse io vi farò compiere del male, molto anche, ma non ne farò mai a voi!

EUGÉNIE: Oh, no, mia cara, oso risponderne io: Dolmancé non abuserà mai dei diritti che gli concediamo su di noi; gli riconosco la probità dei dissoluti; è la migliore. Ma riportiamo il nostro istitutore ai suoi principii e torniamo, vi supplico, al grande progetto che ci appassionava, prima della pausa calmante.

SAINT-ANGE: Ah, furfante! ancora ci pensi? E io che credevo che tutta questa storia non fosse che un’eccitazione della tua mente!

EUGÉNIE: È quanto sente veramente il mio cuore, e io non sarò contenta se non dopo aver consumato questo crimine!

SAINT-ANGE: Bene, bene, ma risparmiala! Pensa che si tratta di tua madre!

EUGÉNIE: Bel titolo!

DOLMANCÉ: Ha ragione; quella madre ha forse pensato a Eugénie mettendola al mondo? La puttanella si lasciava fottere perché le faceva piacere, ma era ben lontana dal pensare di avere una figlia. Agisca pure come vuole; lasciamole la più completa libertà e contentiamoci di assicurarle che a qualsiasi eccesso arrivi in questo campo, non si renderà mai colpevole di alcuna malvagità.

EUGÉNIE: Mi fa schifo! La detesto! mille ragioni legittimano il mio odio! devo toglierle la vita, a qualsiasi prezzo!

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