Nov 232015
 

Ero ancora a letto e incapace di usare le gambe se non goffamente. Charles corse da me, mi strinse in un dolce abbraccio e mi raccontò nei dettagli del successo ottenuto, interrompendosi di tanto in tanto per baciarmi con tenerezza.

Non potei fare a meno di ridere ascoltando la descrizione della paura che aveva preso la vecchia megera, una paura che la mia ignoranza e l’inesperienza erano ben lontane dal farmi immaginare. La donna doveva aver capito che io ero fuggita dalla sua casa per rifugiarmi presso qualche parente in città a causa del dispiacere provocato da ciò che mi avevano fatto: onde l’intervento dell’avvocato. Come Charles aveva giustamente pensato, nessuno dei vicini aveva notato, a quell’ora del mattino, la mia fuga, la carrozza o la sua presenza. Né in casa si poteva sospettare che io avessi parlato con lui e tanto meno concluso in tal fretta un patto simile, specie con un giovane sconosciuto. Cenammo insieme in tutta l’allegria di due giovani spensierate creature all’apice dei loro desideri, e poiché avevo messo nelle mani di Charles la responsabilità della mia felicità futura, non pensavo ad altro che al dolce piacere del possederlo.

Alla fine mi raggiunse a letto, e in quella seconda notte, non provando quasi alcun dolore, assaporai nella loro pienezza tutte le gioie di un godimento perfetto: mi immersi e annegai nell’estasi, finché non cademmo entrambi addormentati, conseguenza naturale della soddisfazione del desiderio e dell’appagamento dei sensi. Al nostro risveglio ci accompagnò la rinascita del desiderio.

Passammo così, godendoci appieno l’amore e la vita, circa dieci giorni, durante i quali Charles andava di tanto in tanto a fare visita alla benevola nonna, dalla quale continuava a ricevere i mezzi sufficienti per il mio mantenimento, che erano molto più esigui, se confrontati con la sua precedente, irregolare vita di piaceri sregolati.

Charles mi trasferì poi in un appartamento ammobiliato in D… Street, a St. James, dove pagava mezza ghinea alla settimana per due stanze e un disimpegno al secondo piano, alla cui ricerca aveva dedicato non poco tempo, più adatto alla frequenza delle sue visite di quanto non lo fosse la locanda, che tuttavia lasciai con dispiacere, poiché là ero stata posseduta da Charles per la prima volta, perdendo un gioiello che non si può perdere due volte. Il padrone, comunque, non ebbe ragione di dispiacersi di nulla, se non della liberalità di Charles che non gli fece rimpiangere di averci perduti come clienti.

Appena giunti al nostro nuovo alloggio, ricordo di averlo trovato molto bello benché alquanto comune per quel prezzo, ma anche se mi avessero portata in una prigione, la presenza di Charles sarebbe stata sufficiente per farla sembrare una piccola Versailles.

La padrona, la signora Jones, ci accompagnò al nostro appartamento e con una certa loquacità ci espose i servizi di cui potevamo usufruire; disse che ci avrebbe servito la sua cameriera personale, che nella sua casa alloggiava gente di alto rango, che il primo piano era affittato a un segretario d’Ambasciata con la moglie, e che io avevo l’aspetto di una signora per bene. Alla parola “signora” arrossii, lusingata nella mia vanità: era troppo per una ragazza delle mie condizioni. Charles aveva usato la precauzione di farmi vestire con abiti meno vistosi di quelli che indossavo al momento della fuga e mi fece passare per la moglie sposata in gran segreto (la solita vecchia storia) e tenuta nascosta ai suoi amici. Oserei giurare che questa versione dovette sembrare estremamente improbabile a una donna che conosceva la città così bene come la signora Jones, ma lei non se ne curò affatto. Era impossibile avere meno scrupoli di lei, e poiché il guadagno derivante dall’affitto delle due stanze era il suo unico scopo, la verità non l’avrebbe scandalizzata affatto, né le avrebbe impedito di concludere l’affare.

Una breve descrizione della sua figura e della sua vita la preparerà, signora, a capire il ruolo che ella sostenne nei miei confronti.

Aveva circa quarantasei anni. Era alta e magra, i capelli rossi, un viso insignificante e ordinario come lo si può incontrare dovunque, senza richiamare la nostra attenzione. Da giovane era stata mantenuta da un gentiluomo che, morendo, le aveva lasciato un vitalizio di quaranta sterline l’anno e una figlia, che all’età di diciassette anni vendette per una cifra non considerevole a un gentiluomo che si stava recando all’estero, che la trattò con le più tenere premure e, si dice, l’abbia poi segretamente sposata. Tuttavia l’uomo le proibì di tenere la benché minima corrispondenza con una madre tanto bieca da vendere il sangue del suo sangue. Poiché, per sua natura, alla signora Jones non importava altro che i soldi, la cosa non le provocò alcun dispiacere, se non quello di aver perso il pretesto per spremere regali e altri vantaggi. Indifferente per natura e costituzione a ogni altro piacere se non quello di aumentare il gruzzolo, a qualunque costo, avviò una sua attività da mezzana, per la quale non era inadatta, dato il suo aspetto abbastanza decente, e qualche volta si dedicava anche a combinare qualche incontro; insomma, non si lasciava sfuggire nessuna occasione di guadagno. Conosceva bene i costumi della città, non solo perché li aveva sperimentati sulla sua persona, ma anche perché si era tenuta aggiornata con i suoi traffici: promuoveva incontri tra i sessi, prestava denaro a strozzo e altri affari lucrosi. Affittava la casa in cui abitava e ne traeva il massimo profitto, avendola suddivisa in più appartamenti. Benché possedesse almeno tre o quattro mila sterline, non spendeva mai di più del necessario per vivere, accontentandosi di quello che guadagnava dai suoi affittuari.

Quando vide una così giovane coppia trasferirsi sotto il suo tetto, pensò subito, è indubbio, a come avrebbe potuto spillarci più denaro possibile e, come aveva ben giudicato, la nostra situazione e l’inesperienza le avrebbero presto fornito l’occasione.

In quel promettente santuario, tra le grinfie di quell’arpia, fissammo la nostra residenza. Non le starò a raccontare nei dettagli, poiché non è piacevole nemmeno per me, tutti i mezzi meschini che la signora Jones mise in atto per imbrogliarci, e Charles scelse con indolenza di sopportarli piuttosto che affrontare un altro trasloco, poiché il risparmio poco si addiceva a un giovane gentiluomo che non aveva problemi di sostentamento e non s’intendeva di economia, tanto meno a una semplice ragazza di campagna che non capiva nulla di tali faccende.

Lì, tuttavia, sotto le ali del mio amato sovrano, trascorsi le ore più dolci della mia vita: ero con il mio Charles, e in lui trovavo tutto ciò che il mio cuore poteva desiderare. Mi portava a teatro, all’opera, ai balli in maschera, e a ogni svago della città. Ero felice di tutto ciò, ma lo ero infinitamente di più perché Charles era con me e mi forniva ogni spiegazione, rallegrandosi a sua volta per la naturale sorpresa e ammirazione che tali attrazioni suscitavano, a prima vista, in una ragazza di campagna, nuova a quei piaceri. Per me, invece, erano la prova del potere e dominio che l’unica passione del mio cuore esercitava su di me, una passione in cui erano coinvolti anima e corpo, non lasciandomi spazio per nessun altro piacere della vita oltre l’amore.

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