Ago 292016
 

Portrait_de_SadeLa filosofia nel boudoir (La Philosophie dans le boudoir ou Les instituteurs immoraux) è un dialogo drammatico – filosofico del Marchese de Sade. Fu pubblicato per la prima volta nel 1795. Il sottotitolo è Dialogues destinés à l’éducation des jeunes demoiselles (“Dialoghi destinati all’educazione delle giovani fanciulle”).

Diviso in sette parti e originariamente illustrato dallo stesso autore, attraverso il racconto dell’iniziazione alla sessualità della giovane Eugénie ad opera di Madame de Saint-Ange e del cinico e libertino Conte de Dolmancé, De Sade espone – nella sua usuale forma esplicita – le proprie posizioni radicali nei confronti della religione, dell’aristocrazia e della monarchia. La narrazione è intervallata da numerosi intermezzi orgiastici, dove i personaggi, coadiuvati dal fratello di Saint-Ange e dal dotato servo Augustin, sperimentano posizioni e ruoli tra i più disparati, in una promiscuità assoluta e sconfinando nelle parafilie.

Il singolare tutore smonta le convinzioni del giovane cavaliere, i suoi valori altruistici, i limiti che questi vorrebbe porre ad un comportamento pur sempre gioioso. Senza remore bolla la figura di Gesù come un folle nato in una “porcilaia” figlio di una prostituta ebrea e di un soldato romano, che ammonisce a diffidare dei suoi stessi miracoli se compiuti da altri, che alle autorità si presenta come il Messia pur privo di credenziali convincendo a farsi condannare ad una morte terribile senza ricorrere ad alcun appello. Violenza ed assassinii fanno parte della natura umana. La pena di morte dunque rappresenta la maggiore ipocrisia del potere, riservando a se stesso la licenza di uccidere. L’uomo infine mostra indifferenza se non ostilità verso le donne, a favore di un maggior appagamento dagli uomini – evidenziando il carattere omosessuale e misogino del protagonista – e infatti le donne vengono appagate dagli altri personaggi maschili.

Quella di Eugénie è un’iniziazione ad una totale assenza di inibizioni che, secondo l’autore, sfocia inevitabilmente nella crudeltà in quanto crudele è la natura umana. La prima vittima diviene proprio la madre della giovane, bigotta ed importuna, sottoposta a sevizie ed infettata con sifilide. L’autore svela alla fine la natura dei suoi personaggi la cui licenziosità va oltre l’eros. Una natura disumana secondo il modo d’intendere comune, indifferente secondo il pensiero di De Sade.

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