Set 072010
 

Apri le coscie, acciò ch'io vegga bene
il tuo bel culo e la tua potta in viso;
culo da far mutar un cazzo d'aviso!
Potta che i cuori stilli per le vene.

Mentre ch'io vi vagheggio egli mi viene
capriccio di pasciarvi a l'improviso,
e mi par esser più bel che Narciso
nel specchio ch'il mio cazzo allegro tiene.

– Ai ribalda, ai ribaldo in terra e in letto!
Io ti veggio, puttana! e t'apparecchia,
ch'io ti rompa doi costole del petto.

– Io te n'incaco, franciosata, vecchia,
che per questo piacere arciperfetto
intrarei in un pozzo sanza secchia.

E non si trova pecchia
ghiotta dei fiori, com'io d'un nobil cazzo,
e no 'l provo ancho, e per mirarlo sguazzo.

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